La Chiesa Cattolica Romana ha ancora una volta rivelato come sia attenta alle nuove tecnologie chiedendo, in pratica, la chiusura dei siti di social networking alla Facebook.La Cei (Conferenza Episcopale Italiana) ha chiuso le porte ai social network proprio il giorno dopo aver aperto un proprio sito di questo tipo.
Apparentemente la paura dei vescovi italiani è che la gente usando i social network sia spinta ulteriormente verso un individualismo e in definitiva un egoismo, più spinto.Don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei ha tuonato contro Facebook e affini: “Dietro i social network si cela il fantasma dell’individualismo interconnesso“, ha detto per la precisione.Questo “networked individualism”, come hanno tradotto tutti i numerosi siti anglosassoni che riportano la notizia, crea persone, secondo Don Pompili, che si isolano in se stesse o a una ristretta cerchia di “amici”.
Un isolamento negativo, “unhealthy”, gli fa il verso il blog londinese TheInquirer.Net, proprio come quello “dei monaci e delle suore”.Don Pompili ha continuato mettendo in guardia contro queste releazioni virtuali sui social network, ricordando appunto che sono virtuali “non reali”. Facebook e i suoi epigoni , secondo il prelato, creano un “egocentrismo online” e sono tra i responsabili dell’inaridimento delle relazioni reali.Il tutto comunque è un po’ paradossale, visto che le critiche sono state sollevate durante il convegno “la Chiesa in Rete 2.0”, organizzato proprio per presentare il social network del Vaticano che arriva dopo la Web TV del Papa.
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